fisioterapia e epicondilite

L’epicondilite è un disturbo infiammatorio che può essere efficacemente gestito con la fisioterapia. Conosciuta anche come “gomito del tennista”, questa condizione coinvolge i tendini della parte esterna del gomito e, se non trattata, può limitare i movimenti quotidiani e causare dolore cronico.

In questo articolo approfondiamo come affrontare l’epicondilite con la fisioterapia in modo personalizzato e non invasivo, per ottenere un recupero completo e prevenire ricadute.


Cos’è l’epicondilite e perché si sviluppa

L’epicondilite laterale è un’infiammazione dei tendini che si inseriscono sull’epicondilo laterale dell’omero. È spesso causata da movimenti ripetitivi e sovraccarichi funzionali, tipici non solo degli sport da racchetta ma anche di molte professioni manuali e attività domestiche.

Sintomi più comuni dell’epicondilite:

  • Dolore localizzato sulla parte esterna del gomito

  • Irradiazione del dolore lungo l’avambraccio

  • Difficoltà a sollevare oggetti o ruotare il polso

  • Diminuzione della forza nella presa


Diagnosi dell’epicondilite: cosa aspettarsi

La diagnosi è generalmente clinica, basata sull’esame fisico e sull’anamnesi. Se necessario, si ricorre a esami strumentali per escludere altre patologie:

  • Ecografia muscolotendinea

  • Risonanza Magnetica (RMN)

Questi esami aiutano a verificare lo stato dei tendini e l’eventuale presenza di lesioni o calcificazioni.


Fisioterapia per epicondilite: gestione del dolore nella fase acuta

La prima fase del trattamento mira a ridurre dolore e infiammazione. Le strategie iniziali includono:

  • Riposo e limitazione delle attività scatenanti

  • Applicazione di ghiaccio

  • Assunzione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei)

  • Utilizzo di tutori specifici per epicondilite

  • Avvio precoce della fisioterapia mirata

Un approccio tempestivo e strutturato, come quello offerto dalla fisioterapia per epicondilite, è essenziale per prevenire la cronicizzazione.


Epicondilite fisioterapia: come funziona il trattamento personalizzato

Una strategia riabilitativa ben studiata è fondamentale per ottenere risultati duraturi. Il programma viene personalizzato in base al livello di dolore, ai limiti funzionali e agli obiettivi del paziente.

Elementi chiave del trattamento fisioterapico:

  • Stretching dei muscoli estensori per ridurre la tensione tendinea

  • Esercizi eccentrici per rinforzare in modo selettivo i tendini

  • Mobilizzazione attiva e passiva di gomito, polso e mano

  • Progressione del carico funzionale sotto supervisione del fisioterapista

L’obiettivo è ripristinare forza e mobilità, ridurre il dolore e prevenire le recidive.

onde d’urto epicondilite gomito

Onde d’urto per epicondilite: quando sono utili

In caso di epicondilite cronica o resistente alla terapia conservativa, è possibile integrare la terapia con onde d’urto (focali o radiali).

Benefici delle onde d’urto:

  • Riduzione significativa del dolore

  • Stimolazione della rigenerazione dei tessuti tendinei

  • Miglioramento della funzionalità del gomito

Il trattamento è ambulatoriale, non invasivo e solitamente ben tollerato.


Quando iniziare la fisioterapia per epicondilite?

Prima si interviene, migliori saranno i risultati. È consigliabile iniziare la fisioterapia già nelle prime fasi, per evitare l’aggravarsi del quadro clinico e abbreviare i tempi di recupero.

Un piano riabilitativo precoce e ben gestito può evitare il ricorso a terapie farmacologiche prolungate o a infiltrazioni.


Conclusioni: come la fisioterapia aiuta davvero nell’epicondilite

La fisioterapia per epicondilite rappresenta una soluzione concreta, non invasiva ed efficace per ridurre il dolore, migliorare la funzionalità e prevenire ricadute.

Affidarsi a un fisioterapista esperto consente di:

✅ Ridurre il dolore in modo naturale
✅ Recuperare la piena funzionalità dell’arto
✅ Prevenire il ritorno dei sintomi

Prenota una valutazione fisioterapica personalizzata e inizia il tuo percorso di recupero.

Fonti:

  1. American Physical Therapy Association
  2. British Journal of Sports Medicine
  3. American Academy of Orthopaedic Surgeons