Il mal di schiena rappresenta una condizione assai diffusa tra la popolazione mondiale che produce un impatto negativo sulle attività della vita quotidiana e sullo stato d’animo. Quando parliamo di mal di schiena, ci riferiamo al sintomo e non alla causa. Esso, infatti, può essere sia la manifestazione di diversi stati patologici legati alle strutture muscolo-scheletriche sia associato ad una condizione di natura biopsicosociale che non necessariamente include una problematica legata alla struttura.

Il mal di schiena è l’espressione, in termini di dolore, di una causa che deve essere rintracciata, conosciuta e valutata per definire il miglior approccio terapeutico affinché ci sia non solo la risoluzione del dolore ma anche l’eliminazione della causa che l’ha provocato.

Le cause di mal di schiena sono molteplici; possono interessare principalmente la componente muscolare come nel caso di uno sforzo eccessivo o di un sovraccarico, oppure la struttura vertebrale come nel caso di artrosi, artrite o spondilolistesi, o ancora i dischi intervertebrali le cui patologie più comuni sono ernie o protusioni ed infine possiamo avere patologie come lombo-sciatalgie o cervico-brachialgie in cui il dolore è riconducibile ad irritazione del nervo.

In base alla zona di dolore riferito possiamo distinguere: le cervicalgie, le dorsalgie e le lombalgie.

Nel primo caso il dolore è localizzato nella regione vertebrale o paravertebrale cervicale, quindi nella parte alta della colonna, nel secondo caso il dolore è di interesse dorsale ovvero nella parte centrale della schiena ed infine parliamo di lombalgie quando si tratta di dolore sulla zona bassa della colonna.

Il dolore, può avere durata variabile ed in base all’intervallo di tempo in cui si svolge distinguiamo due fasi: acuta e cronica.

La fase acuta dura circa quindici giorni e la manifestazione clinica è data generalmente da: dolore, spasmo muscolare, mobilità limitata ed infiammazione. Può succedere di non avere una regressione della sintomatologia in questo arco di tempo, che perdura e determina una serie di meccanismi maladattativi e di ipersensibilizzazione del sistema nervoso centrale che provocano una cronicizzazione del dolore.  Sia nella fase acuta che in quella cronica, le nuove evidenze scientifiche, definiscono la fisioterapia il principale alleato per il trattamento del mal di schiena e la riduzione del dolore ad esso correlato.

In acuto, per migliorare la condizione fisica e psichica del paziente, si agisce attraverso la terapia manuale supportata da una tecnologia che stimola in modo selettivo i tessuti in profondità; questo è possibile grazie all’utilizzo dalla TECARTERAPIA.

La Tecar è un elettromedicale costituito da due elettrodi attivi (capacitivo e resitivo) e un elettrodo neutro di ritorno (piastra). Il meccanismo d’azione è quello di emettere, per mezzo degli elettrodi, frequenza a 448Hz all’interno dell’organismo. Quello che si produce è il cosiddetto Effetto Joule, ovvero l’energia immessa nell’organismo determina energia cinetica da parte delle cellule che si trasforma in calore, avvertito dal paziente durante il trattamento. Questo fa sì che ci sia una rigenerazione delle cellule determinando un’accelerazione nel processo di guarigione. L’ aumento della temperatura con l’attivazione del microcircolo e l’azione meccanica del manipolo sono sensazioni positivamente percepite dal paziente che sin dalla prima seduta è in grado di individuare un miglioramento della propria condizione. Tali miglioramenti sono possibili grazie alla modulazione dei protocolli di trattamento, in base alla patologia ed alla fase in cui il paziente si trova.

Anche nel dolore cronico, infatti, ci sono degli studi che dimostrano un miglioramento considerevole dei pazienti trattati con Tecar; in questa fase può essere anche particolarmente utile l’utilizzo di questo macchinario per la preparazione dei tessuti per il successivo esercizio terapeutico.

L’utilizzo della Tecar è un ottimo aiuto nel trattamento dei disturbi muscoloscheletrici della colonna vertebrale. Presso la nostra clinica viene utilizzata la tecnologia INDIBA Activ che è il pioniere nel campo e che necessariamente la associamo alle abilità manuali del fisioterapista e alla conoscenza clinica delle patologie. È importante prima di utilizzare questo trattamento di conoscere tutte le controindicazioni che ci possono essere e che vengono valutate durante la prima vista, momento essenziale per il nostro lavoro. Se porti il pacemaker, sei in gravidanza oppure soffri di patologie tumorali informaci prima di iniziare il trattamento. È fondamentale per la tua sicurezza.

Ad ogni seduta bisogna comunque scegliere le strategie terapeutiche più adatte per il paziente, programmando gli obiettivi del trattamento, integrando ed adeguando la terapia al singolo soggetto per avere dei risultati tangibili ed un miglioramento della qualità di vita nel breve e nel lungo termine.